Méditation du 3ème dimanche de Carême

Partage de Sr Enrica Sala, de la communauté de Poitiers.

Questa mattina, meditando la Parola, mi sono veramente sentita parte di un popolo che soffre, come quello di Israele. Non solo nella mia Italia, ma anche in Francia, dove ora vivo, e tante altre zone del mondo, siamo tutti più o meno costretti ad una vita “da deserto”. Per fortuna l’acqua non manca, ma di certo ognuno di noi sente la mancanza di qualcosa che gli sembrava essenziale, o perlomeno “scontato”, normale, come l’uscire di casa a prendere una boccata d’aria o andare a trovare una persona cara.
Di fronte a questo deserto forzato, ad un momento o ad un altro può prendere a tutti la tentazione di sfidare Dio con la stessa domanda del popolo d’Israele: “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?”. Per non parlare poi dei vari lamenti, a voce o sui social, che somigliano molto al “mormorare” del popolo d’Israele.
Forse non dovremmo avere paura o vergogna di certe reazioni, che ci fanno sentire così umani e vulnerabili. Ma magari, con la grazia di Dio, potremmo passare dalla prima alla seconda lettura, dove San Paolo sembra parlarci dopo aver visto uno dei nostri telegiornali.
Peccato solo che nel testo della liturgia è stato tagliato proprio il versetto 3, che mi sembra il più attuale: Noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza. La pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. (Rom 5, 3-4).
Che bell’itinerario: dalla tribolazione alla speranza, attraverso la pazienza e la virtù!
Un modo concreto per disporci ad attingere l’acqua della vita e adorare Dio in Spirito e Verità, nonostante l’impossibilità momentanea di partecipare di persona alla Messa e di ricevere il Corpo di Gesù.
E scoprire o riscoprire quello che davvero conta nelle nostre vite, in questo periodo di deserto forzato.

Sr Enrica Sala (communauté de Poitiers)