Pèlerinage de Lourdes 2023 “Venez bâtir l’Eglise” : Con occhi nuovi!
Cette année, nous étions 8 soeurs, pèlerines ou au service, à participer au pèlerinage du Rosaire... C’était une première pour Soeur Florenza, venue d’Italie et accompagnant les jeunes de Mortefontaine. Elle nous fait le récit de cette première expérience à Lourdes “avec un regard neuf”
Et voilà! Finalmente sono approdata a Lourdes e al Pellegrinaggio del Rosario!
Esperienza fantastica!
Io che in estate, quando vado dai miei, vivo a 200 mt dal santuario della Madonna del Giubino (Calatafimi – Sicilia), che è stato luogo di apparizione - la Vergine infatti nel ‘500 apparve al Beato Arcangelo - devo riconoscere che a Lourdes c’è una grazia particolare. Allora ho pensato che la Madonna, quando appare, conferisce al luogo di quella apparizione una particolare manifestazione della sua bontà e della sua dolce potenza.
A Lourdes i malati sono e re e regine incontrastati: un rispetto, un’attenzione, una cura e una predominanza mai visti altrove. Questa caratteristica è unita alla gentilezza e al sorriso delle persone: veramente straordinari! Come se lo stress quotidiano, le preoccupazioni della vita qui non trovassero posto; eppure…
E poi la preghiera: dovunque sia andata sentivo o un Rosario, o i canti e le preghiere della processione Eucaristica, o un pezzo di meditazione della Via Crucis, o una Messa …. Spesso queste preghiere si sovrapponevano ma senza darsi fastidio l’un l’altra; era come un coro a più voci che, unito in una magnifica armonia, lodava la Madonna e il Signore!
Tutto l’insieme sembrava surreale e invece era realtà: vera, concreta e autentica!
Come non citare i giovani di diversi Istituti scolastici cattolici domenicani! Suor Marie-Agnès e io eravamo “gemellate” con l’Institut Saint Dominique di Mortefontaine. Tutti, anche quelli delle altre scuole, erano impegnati in qualche servizio: traporto degli ammalati, dagli hotel o dall’ospedale, dar loro da mangiare, riprenderli o fotografarli – ciò che facevano gli altri studenti addetti alla comunicazione, etc. Quanta bellezza, quanta profondità e maturità in questi ragazzi e ragazze, quanto rispetto e educazione, quanta gioia pulita e quanta spensieratezza; in barba a chi si trastulla ad additarli quasi come unica causa dei mali odierni!
Il servizio che mi è stato assegnato è stato proprio quello della comunicazione, cosa un po’ bizzarra dato che quanto a social non sono proprio en pointe! Per Mortefontaine c’erano tre giovani e un professore che li ha molto responsabilizzati, cosicché i ragazzi erano molto più motivati. Collaboravamo con altre due scuole. Mi ha colpito la trasformazione dei giovani dal primo al terzo giorno, una vera metamorfosi che brillava sui loro volti e traspariva dai loro sguardi e dai loro sorrisi. Ci siamo chiesti quale fosse il loro ruolo, se lo si potesse ridurre esclusivamente a tenere aggiornati gli assenti sullo svolgimento dei fatti. In realtà è stato molto di più: ha concorso a dare dignità alla persona, e alla persona ammalata, proprio come gli altri servizi; gli ammalati sono stati valorizzati e dichiarati portatori di un valore singolare e di una bellezza altra che si spande su colui che lo aiuta, che allo stesso tempo diventa il primo a riceverne gioia, serenità e arricchimento personale. Riprendere in foto o in video un ammalato, mostrarlo con naturalezza e postarlo su Instagram ha potuto permettere l’avvicinamento alla “problema malattia” da parte di chi vuole esorcizzarla come se non dovesse esistere; il web, infatti, pone quella distanza tra “sano” e ammalato che aiuta a vincere la paura e a poter di nuovo, nella realtà, guardare queste persone con occhi nuovi!
Quante altre cose ha offerto il pellegrinaggio: tantissime conferenze, spesso in contemporanea in più luoghi diversi, con relatori eccellenti pronti a nutrire la nostra spiritualità; le attività alla tenda dei giovani, le cappelle di Adorazione prolungata e silenziosa, la serata in cui si è celebrato il sacramento della riconciliazione, le Vie Crucis, gli incontri con testimonianze e tanto, tanto altro ancora … Una profusione di appelli che ci hanno sollecitati a prendere chiodi e martello per mettersi all’opera: costruire la Chiesa, prima di tutto quella parte di Chiesa che è ciascuno di noi!
Riflettevo sul numero di persone che hanno partecipato: diverse migliaia! Dunque un numero molto elevato…
Certo se lo si paragona al numero di abitanti della Francia risulta irrisorio ma è comunque superiore a 12, quello degli Apostoli, che all’inizio della Chiesa, pieni di Spirito Santo, avviarono la diffusione del messaggio cristiano cosicché la salvezza di Gesù giunga a tutto il mondo. Quanto potenziale di evangelizzazione, quanta speranza per questo mondo in subbuglio, disorientato ma profondamente in cerca di “qualcosa” o di “Qualcuno” che possa dissetare la sete e irrorare ogni arsura.
Cosa resta? Pregare per crescere nella fiducia, per affidare tutta la nostra povera e piccola esistenza alle mani di Maria: ella saprà sapientemente farla fruttificare e renderci una comunione di batisseurs de l’Eglise!
Suor Florenza